Gli anni Sessanta sono in genere ricordati come gli anni di crisi creativa della regia e di stasi del sistema dei Teatri Stabili. Ma davvero il teatro italiano degli anni Sessanta fu così poco vitale e ricettivo rispetto al nuovo? In verità allora debuttarono i maggiori esponenti della prima generazione dell’avanguardia italiana: Carmelo Bene, Carlo Quartucci, Leo de Berardinis, Carlo Cecchi, Giuliano Scabia e il decennio si chiuse nel 1969 con uno spettacolo eccezionale, Orlando furioso di Luca Ronconi ed Edoardo Sanguineti. Alcuni di questi nomi hanno in seguito intrecciato il loro percorso, in uno scambio fecondo, con teatro, arte, cinema, musica e letteratura. Questo lo sviluppo delle otto tappe del ciclo realizzato da Provincia di Genova, Museo Biblioteca dell’Attore e Fondazione Novaro.

Il ciclo di appuntamenti, avviatosi con Anna Ravano e Adriana Bottini che hanno presentato l’attività letteraria di Sylvia Plath, è proseguito con Annamaria Biavasco e Valentina Guani che hanno approfondito la conoscenza dell’opera letteraria di Joyce Carol Oates, autrice tra l’altro dei romanzi L’età di mezzo e Un giorno ti porterò laggiù.
Nel terzo incontro il critico teatrale Gianni Poli, ha messo a fuoco le particolarità che risaltano nell’attività dell’autore nero Koffi Kwahulé ed infine la traduttrice Fernanda Littardi ha presentato il lavoro di pedopsichiatra di Lydie Salvayre.

Su richiesta della Biblioteca comunale della cittadina ligure, la Fondazione ha progettato un itinerario in due tempi per narrare il rapporto dell’estremo Ponente con il cinema. Nel primo incontro, introdotto da Claudio Bertieri, il critico Piero Pruzzo ha sinteticamente riletto le pagine più significative di un’avventura iniziata sin dai primissimi giorni del muto. Attori, registi, film sono così tornati a vivere un momento di popolarità.
Nella seconda tappa è stata invece rievocata un’attività creativa particolarmente sviluppatasi a Sanremo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, grazie al lavoro di filmaker indipendenti appartenenti al Cineclub locale. Di questo lavoro ha parlato Massimo Maisetti, presidente della Federazione Italiana dei Cineclub. È seguita la proiezione di alcune opere che ottennero, al tempo, ottimi esiti di critica, non solamente nazionale.

I racconti per immagini di due straordinari illustratori, il modenese Giuseppe Garuti, meglio conosciuto come Pipein Gamba, genovese d’adozione, ed il sanremese Antonio Rubino sono stati rispettivamente indagati da Claudio Bertieri e Pino Boero, mettendone in risalto, nel primo caso, la festosità del ritratto di una Belle Époque genovese, e, nell’altro, la straordinaria fantasia di un “barocco” narratore per i giovani.
Completando il percorso lungo l’attività creativa di personalità di rilievo, Franca Guelfi e Leo Lecci hanno raccontato l’opera grafica rispettivamente del padre Mimmo Guelfi e di Enzo Maiolino, artisti che hanno significativamente operato nel campo della xilografia e dell’incisione, imponendo il proprio nome anche in campo internazionale.

Proseguendo la collaborazione con IRRSAE Liguria, la Fondazione ha avviato un secondo ciclo di incontri legati questa volta al rapporto tra lo sport e le varie sue declinazioni: nel campo giornalistico, in quello letterario, in quello cinematografico ed in quello linguistico. Ad affrontare i diversi argomenti sono stati invitati alcuni professionisti e docenti del locale Ateneo. La manifestazione era parte degli eventi programmati in occasione di GenovaCalcio, mostra organizzata unitamente all’Associazione Amici Museo dello Sport.

In collaborazione con l’Istituto Regionale di Ricerca, Sperimentazione e Aggiornamento Educativi, la Fondazione ha organizzato un ciclo di 12 incontri/conferenze destinato ai docenti delle scuole medie superiori della Liguria. Il corso di aggiornamento, introdotto e coordinato da Gabriella Bertone, ha avuto tra i suoi relatori Gian Luigi Falabrino, Pino Boero, Claudio Bertieri, Marco Biassoni, Mirko Fantoni.